alazzo Piersanti, costituito in origine da due diverse unità abitative, è noto anche come “Casa del Cardinale”. Il complesso si presenta con un angolo e un elegante portale in bugnato, un bel marcapiano e una piccola cisterna aggettante per la raccolta delle acque piovane. La parte inferiore dell’edificio presenta un rinforzo a scarpa, posteriore al sisma del 1703. Il restauro è da attribuirsi all’eminente giurista Antonio Piersanti (nato a Monteleone di Spoleto verso la metà del XVII secolo), che, come attestano due iscrizioni e uno stemma Carpegna, viene probabilmente aiutato dal suo facoltoso protettore, il Cardinale Gaspare Carpegna (dedicatario nel 1702 del proprio libro “Il leone degl’ Appenini”, una raccolta di memorie storiche, religiose e sociali di Monteleone). La famiglia Piersanti, originaria di Gavelli (fraz. di Sant’Anatolia di Narco (PG)), è documentata a Monteleone dagli inizi del XVII secolo, con proprietà a Nempe e lo juspatronato della Chiesa del Carmelo.
Fra la suggestiva via degli Archi e la sottostante via di San Francesco, in corrispondenza del primo circuito difensivo, costruito intorno agli anni 1265-1266, è un complesso di abitazioni fra cui primeggia, per le caratteristiche architettoniche tipicamente rinascimentali, il palazzo Piersanti. L’edificio, originariamente costituito da due diverse unità abitative, poi collegate fra loro, è noto anche impropriamente come la “Casa del Cardinale”. Entrambe affacciano, con le antiche unità abitative e i prospetti principali, su via degli Archi nn.6-8, lasciando i locali sottostanti a uso di deposito e magazzini.
Il complesso si presenta con un angolo e un elegante portale in bugnato (detto anche di “Barburozza”) e un bel marcapiano, sopra il quale si aprono due finestre a tutto sesto. Accanto al portale è aggettante sulla strada una piccola cisterna per la raccolta e il riciclo delle acque piovane, ivi convogliate dalla falda del tetto. Negli ambienti interni è ancora un grosso e alto camino (provvisto all’interno della camera di fuoco) e di una finestrella che permette comodamente la vista nel sottostante vicolo di passaggio. La parte inferiore dell’edificio, come nelle adiacenti abitazioni, è inspessita da un rinforzo murario a scarpa, realizzato nei lavori seguenti al nefasto terremoto del gennaio 1703.
Il caseggiato, come attestano alcuni elementi posti sul lato di via San Francesco al civico n.2, ovvero due iscrizioni (una murata nell’androne interno) e uno stemma del Cardinale Gaspare Carpegna (
Roma,
8 maggio 1625-
Roma,
6 aprile 1714), è indissolubilmente legato alla figura del giurista Antonio Piersanti e del suo eminente benefattore-protettore, che probabilmente lo aiuta nel restauro e recupero del bene. Le iscrizioni datate rispettivamente al 1704 e al 1709 recitano:
“
FAVSTIS AUSPICIIS EMINENTISSIMI / PRINCIPIS GASPARIS CARDINALIS CARPINEIS / ANTONIVS PIERSANTI HAEREDITARIAM / DOMVM VETVSTATE ET AERE ALIENO / PERGRATAM TERREMOTV CONCVSSAM VIA / INTERMEDIA CLAVSA VINDICAVIT CONSTABILIVIT / ANNO DOMINI MDCCIV”
(Con i propri favori dell’Eminentissimo Principe Cardinale Gaspare Carpegna, Antonio Piersanti riscattò, riparò e accrebbe la casa paterna, appesantita dalla vecchiaia e dai debiti, rovinata dal terremoto e con la via di accesso ostruita. L’Anno del signore 1704.
“
AVSPICIIS / EMINENTISSIMI · PRINCIPIS / GASPARIS · CARDINALIS · DE · CARPINEO /
ANTONIVS · PIERSANCTES / CONSTABILIVIT · ADAVXIT / MDCCIX ”
(Sotto gli auspici dell’eminentissimo Principe Cardinale Gaspare Carpegna, Antonio Piersanti rinforzò e ampliò nel 1709).
Antonio nasce a Monteleone in un anno imprecisato, a metà del XVII secolo, da Orsola Sereni, figlia di Girolamo e Bonaventura Sinibaldi, e da Giuliano de Piersantes. Nel 1670 si laurea in diritto canonico presso l’Università di Fermo e intraprende una brillante carriera in vari uffici e cancellerie ecclesiastiche, tanto che, negli anni 1676-1678, è a Rimini come luogotenente del governatore Mons. Pietro Paolo Corbelli. Successivamente lo troviamo a Roma, insieme alla consorte Michelangela Salvatori, dove sono già trapiantati diversi familiari al servizio del Carpegna, a cui nel 1702 dedica in apertura il suo libro “
Il leone degl’ Appenini” (una breve ma ricca raccolta di memorie storiche, religiose e sociali di Monteleone).
La famiglia Piersanti, originaria di Gavelli (fraz. di Sant’Anatolia di Narco (PG)), è documentata a Monteleone di Spoleto dagli inizi del XVII secolo, con proprietà a Nempe e lo juspatronato nella Chiesa del Carmelo. Imparentata con le maggiori famiglie del tempo, fra cui i Sereni, Bianchi, Salvatori e Sinibaldi, conta al suo interno diversi personaggi, fra cui: D. Gentile, fondatore della compagnia della Concezione e pievano di S. Maria de Equo nell’anno 1600, D. Luigi, vicario foraneo nel 1652, e D. Luca Antonio, già pievano di S. Maria de Equo, che nel 1690 a sue spese fa eseguire alcuni restauri nel locale convento francescano e dona tele raffiguranti la Passione.