Monteleone: tra Rito & Mito

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Ruscio

Tipologia: architettura civile e religiosa
Cronologia: XIII, XVI-XIX secolo
Ruscio, con un passato importante nella produzione del ferro e del carbone, conta oggi tre edifici religiosi importanti. Storica sede della Dogana Pontificia, è stato luogo di transito di illustri personaggi, quali il futuro papa Pio IX (28 marzo 1831) e Giuseppe Garibaldi (29 agosto 1849).
Ruscio (Fraz. di Monteleone di Spoleto), posto a mt. 777 s.l.m., conta tre edifici religiosi importanti (la pieve medievale di Santa Maria de Equo o del Piano e le chiese di Sant’Antonio da Padova e della Madonna Addolorata). Il toponimo deriva forse dal latino Russeus, ovvero Rubeus (rosso), in probabile riferimento al colore del terreno, oppure dai gentilizi latini Roscius o Rustius.
Tra le risorse storiche per gli abitanti della zona ricordiamo le ferriere di Ruscio, attive tra il XVII e il XVIII secolo, e la produzione di carbone fino alla seconda metà del XX secolo, cui nel corso della prima metà del Novecento si affianca l’estrazione di lignite.
A Ruscio aveva sede la Dogana Pontificia, posta a confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie. Per tale importante funzione, è stato anche un luogo di passaggio documentato per alcuni illustri personaggi storici, quali l’arcivescovo di Spoleto Mastai Ferretti (futuro papa Pio IX) il 28 marzo 1831 e Giuseppe Garibaldi il 29 agosto 1849.


Ruscio (Fraz. di Monteleone di Spoleto) è un agglomerato abitativo composto da due diversi nuclei storici, comunemente distinti in “Ruscio di Sopra” e “Ruscio di Sotto”, e in due ulteriori sottozone di nuova espansione, chiamate rispettivamente “il Colle” e “le Ville”. È posto a mt. 777 s.l.m., nella vallata alluvionale detta anche “il Piano di sotto” o “Piano di Ruscio”, nella quale il torrente Vorga confluisce nel fiume Corno e ai piedi del monte sulla cui cima sorge il borgo di Monteleone. È anche un ottimo centro residenziale estivo, attrezzato e con una forte attenzione alla cura del territorio e della sua natura, che conserva i suoi monumenti ricchi di storia. Da diversi decenni è sede di una rinomata azienda agricola, con produzione specializzata in coltura di cereali (principalmente farro) e legumi.
Il toponimo locale deriva forse dal latino Russeus, ovvero Rubeus (rosso), in probabile riferimento al colore del terreno. Altra ipotesi, altrettanto valida, lo fa invece derivare dai gentilizi latini Roscius o Rustius.
Tra il XVII e il XVIII secolo una risorsa fondamentale per il territorio è rappresentata dalle ferriere di Ruscio (poste all’estremo limite Nord del suo territorio), che lavorano il minerale estratto dai giacimenti ferriferi locali, il più importante dei quali è la Miniera di Terrargo, alle pendici di monte Birbone.
Nei secoli scorsi, altra ricchezza indispensabile per i rusciani (o rusciari) e i monteleonesi tutti, è derivata dalla produzione di carbone, consistente nella raccolta di legna e nella sua trasformazione in carbone vegetale attraverso l’eliminazione dell’acqua e di altre sostanze, ottenendo un combustibile altamente calorifero. Nella frazione di Ruscio, nel corso della prima metà del Novecento, si procede inoltre all’estrazione di lignite, ovvero di un altro combustibile fossile di formazione relativamente recente, elevata umidità relativa e pregio non particolare a causa di una carbonizzazione mai del tutto completa. La miniera lignitifera, che nella Seconda Guerra Mondiale diventa un campo di concentramento per prigionieri di guerra, impiegati nel processo di estrazione, è individuata fin dal 1812 da un ingegnere spoletino, Pietro Fontana, impegnato nell’esplorazione del territorio per la riattivazione delle ferriere monteleonesi. Il mestiere del carbonaro tramonta definitivamente, qui come altrove, nella seconda metà del XX secolo, con l’affermarsi di un’altra risorsa energetica sul mercato mondiale, ovvero il petrolio.
A Ruscio era localizzata la sede della Dogana Pontificia, posta a confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie, a controllo delle merci in entrata e in uscita e applicazione delle normative e delle tassazioni vigenti. Per tale importante funzione, è stato anche un luogo di passaggio documentato per alcuni illustri personaggi storici, quali l’arcivescovo di Spoleto Mastai Ferretti, futuro papa Pio IX, che si rifugia a Leonessa durante i moti risorgimentali del 1831, da dove riparte nella notte di lunedì 28 marzo: «Siccome la notizia del ripristinato Governo Pontificio erasi colà già sparsa, poiché un tale Giovanni Forconi, si era partito subito da Leonessa, per annunciarla, ne avvenne che sebbene fosse notte, molti popolani di Ruscio e vari soldati della Finanza che erano in quella stazione di dogana, furono pronti a scortare con lumi Mons. Mastai a Monteleone e che il popolo di questo paese tutto si commosse all’arrivo» (I Quaderni di Ruscio. Ruscio: dogana di Bollettone di II Classe, 2011). È poi la volta di Giuseppe Garibaldi, che sosta a Ruscio il 29 agosto 1849, nel corso della spedizione che tenta la disperata difesa della Seconda Repubblica Romana, riposando per qualche ora nella casa del curato presso la Chiesa della Madonna Addolorata: «Nel villaggio di Ruscio, sede di dogana dello Stato pontificio, gli venne offerta una colazione, nella abitazione di don Pietro Marinelli, frate sfratato, di sentimenti repubblicani, all’epoca parroco di Monteleone, A questi, il priore del Comune, Giuseppe Moretti, aveva pregato di accogliere Garibaldi nella propria casa e di offrirgli un pasto perché in quel villaggio non vi era luogo più adatto» (I Quaderni di Ruscio. Ruscio: dogana di Bollettone di II Classe, 2011).
Tre sono attualmente gli edifici religiosi rusciani: la Chiesa di Santa Maria de Equo o del Piano, ritenuta generalmente di fondazione longobarda (VIII secolo), sebbene la struttura rimandi piuttosto all’XI-XII secolo, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, riedificata nelle forme attuali dopo il terremoto del 1703, e la Chiesa della Madonna Addolorata, eretta verso la metà del XVIII secolo e ad oggi ritenuto l’edificio liturgico principale della frazione, con festività che cade nella seconda metà di agosto, immediatamente dopo ferragosto (l’antica festa al 29 settembre).
Il suo territorio, ampiamente espanso fino ai casali di S. Lucia (a Nord) e Valle Romanesca a (Sud), al confine con Leonessa (RI), comprende anche i micro toponimi di Piano di Ruscio, le Coste, S. Maria (del Piano), Satto, Marchigiana, Casale Trogna, Monte Trogna, Valle Renara, La Miniera, S. Angelo, Casale Piccinesca, Colle Policiano, Monte Alto, Casale Maccario e Casale Ferrucciame.