Monteleone: tra Rito & Mito

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Parco delle Rimembranze e Monumento ai Caduti

Tipologia: monumento nazionale
Cronologia: XX secolo
Il Parco delle Rimembranze è realizzato nel 1922-23 sul panoramico sito dell’antico orto del convento francescano. Al centro è il Monumento ai Caduti nella Grande Guerra, che accoglie poi anche i nomi dei caduti nella Seconda Guerra Mondiale. Una stele rammenta invece le vittime civili dei nazisti.
Il Parco delle Rimembranze di Monteleone di Spoleto è realizzato negli anni 1922-23 sul panoramico sito dell’antico orto del Convento di San Francesco.
Concepito come un sacrario dedicato alla memoria dei fratelli caduti nella Prima Guerra Mondiale, morti sotto le armi o successivamente (per le ferite o le malattie contratte in trincea oppure in prigionia), recepisce la proposta del sottosegretario della Pubblica Istruzione, Dario Lupi, che nel 1922 chiede di creare in tutti i centri abitati d’Italia un Parco o un Viale della Rimembranza, riconosciti poi nel 1926 quali monumenti nazionali.
Nel parco monteleonese, in posizione centrale, si eleva il Monumento ai Caduti nella Grande Guerra, che accoglie in seguito anche i nomi dei caduti nella Seconda Guerra Mondiale. È qui conservata, inoltre, una stele (precedentemente murata sulla facciata principale di Palazzo Rotondi) che rammenta una strage di vittime civili compiuta dall’esercito tedesco nel secondo conflitto mondiale.


Il Parco delle Rimembranze di Monteleone di Spoleto è realizzato negli anni 1922-23 sul luogo panoramico dell’antico orto del Convento di San Francesco, già tagliato in due a fine Ottocento dalla nuova strada provinciale, che con una breccia praticata nelle mura cittadine, nel luogo detto poi “Porta campanella”, si immette nel Terziere di San Giacomo. L’area commemorativa ha un unico ingresso da Piazza Regina Margherita, a lato di via Roma. L’istituzione del Parco delle Rimembranze, con il Monumento ai Caduti, risale ai primi anni del regime fascista e viene solennemente inaugurato, in presenza delle autorità civili e religiose, il 1 settembre del 1923.
Concepito come uno spazio sacro e di devozione alla memoria dei confratelli caduti nella Prima Guerra Mondiale, morti sotto le armi o successivamente (per le ferite o le malattie contratte in trincea oppure in prigionia), recepisce la proposta lanciata nel 1922 dal sottosegretario della Pubblica Istruzione, Dario Lupi (1876-1932), di creare in tutti i centri abitati d’Italia un Parco o un Viale della Rimembranza, per ricordare e onorare i fratelli deceduti per la difesa e la gloria della patria. Il 27 dicembre 1922 il Ministero della Pubblica Istruzione invia a tutti i regi Provveditori agli Studi una lettera circolare con la quale è richiesto: “[...] che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero; gli alberi varieranno a seconda della regione, del clima, dell’altitudine [...]”. Con legge nazionale del 21 marzo 1926, n. 559, il Parco e il Monumento ai Caduti sono riconosciuti quali monumenti nazionali.
In origine nel parco monteleonese, così come in molti altri, erano piantati due maestosi e pittoreschi cedri del Libano, che nella simbologia classica rappresentano la grandezza, la potenza, l’immortalità e l’eternità (evidente è il riferimento all’albero della Libertà, simbolo della rivoluzione francese). Uno degli alberi è stato colpito da un fulmine durante un violento temporale scatenatosi su Monteleone il 4 giugno 2011 e reciso, assieme al gemello, per motivi di sicurezza.
In posizione centrale, si eleva su tre gradini il Monumento ai Caduti nella Grande Guerra, di travertino e in forma piramidale, con un’alta base ornata da lastre marmoree, sulle quali sono riportati i nomi e i gradi militari delle vittime del ‘15-‘18, e sormontata da una colonna a sezione quadrata, con angoli smussati e rastremazione (progressiva riduzione della sezione) verso l’alto, dove termina in un braciere con fiamma viva, ardente. Il testo della lapide principale è opera postuma dettata dal Senatore del Regno, Luigi Morandi (1844-1922). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per aggiungere l’elenco dei nuovi caduti, si è optato per la realizzazione di altre quattro targhe, inserite nei rispettivi lati del vecchio basamento.
Nella parte posteriore al Monumento ai Caduti è posta e conservata anche una stele, di forte componente antifascista, che rammenta una strage di vittime civili compiuta dall’esercito tedesco nel secondo conflitto mondiale (“L’ULTIMA INFAMIA / DEL BANDITISMO POLITICO FASCISTA / CONSENTÌ / ALLA BARBARA FEROCIA TEDESCA / DI CONFERMARSI / SECOLARE ODIATRICE / DELLA GENTE E DELLA CIVILTÀ ITALICHE / TRUCIDANDO / IL 6 APRILE 1944 / BERNARDINI LUIGI / CIAMPINI CARLO / PERONI ANTONIO / POLI ATTILIO / RISOLDI NICOLA / SERENI GIUSEPPE (…)”). La lapide, integra, era fino a pochi anni fa murata sulla facciata di Palazzo Rotondi, sede municipale, a destra del portone d’ingresso affacciante su Corso Vittorio Emanuele II.