Monteleone: tra Rito & Mito

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Chiese

Chiesa di San Gilberto o Liberto

Tipologia: chiesa cittadina
Cronologia: XIV-XIX secolo
La Chiesa di San Gilberto, fondata su suolo lateranense nel 1365, è dedicata all’eremita monteleonese Gilberto. La struttura, rimaneggiata fra XVIII e XIX secolo, conserva decorazioni marmoree e iscrizioni dedicate al culto eucaristico, dovute alla Confraternita del SS. Sacramento o dei Bianchi.
La Chiesa di San Gilberto in Monteleone di Spoleto è fondata, su suolo lateranense, il 1 marzo 1365 dalla Confraternita dei Raccomandati. La dedicazione è posteriore e rivolta all’eremita monteleonese Gilberto o Liberto, morto intorno al 1400. Ugualmente tardivo è l’insediamento della Confraternita del SS. Sacramento o dei Bianchi, fondata nel 1556.
La struttura, che risente del forte sisma del 1703, è ampliata nel XVIII-XIX secolo. La facciata, sormontata da un frontone, è decorata da oculi ciechi e nicchie. Il timpano sul portale contiene un agnello crucifero, testimonianza della struttura tardomedievale. L’interno, con tre altari, ha stucchi, decorazioni marmoree e iscrizioni dedicate al culto eucaristico. L’organo settecentesco è attribuito ai Fedeli, mastri organari marchigiani.
Dal secondo Novecento è sottoposta a numerose opere manutentive e nel 1987-88 diventa sede espositiva della copia della biga, poi trasferita presso il Museo allestito nel complesso francescano.


La Chiesa di San Gilberto in Monteleone di Spoleto è fondata su suolo lateranense (appartenente alla Chiesa di San Giovanni in Laterano a Roma) il 1 marzo 1365 dalla Confraternita monteleonese dei Raccomandati, associata a quella omonima più nota del Salvatore ad Sancta Sanctorum in Roma. La dedicazione a San Gilberto o Liberto, verosimilmente posteriore, è rivolta all’eremita di Monteleone, morto in santità intorno al 1400 e sepolto nella pieve di Santa Maria di Equo al Ruscio. Ugualmente tardivo è l’insediamento della Confraternita del Santissimo Sacramento (detta anche “dei Bianchi”), fondata nel 1556 sotto la cura del pievano Don Pietro Calderoni Galli. Fra il XVI e il XVIII secolo sia la Confraternita che la Chiesa di San Gilberto sono frequentemente in lite per lasciti testamentari con gli eredi dei testatori. Da alcuni decenni i Bianchi hanno sede in San Francesco.
Nel 1692 il chierico Bonifacio Reali chiede di essere trasportato e seppellito nella tomba dei presbiteri dai “Confrates Venerabilis Societatis Sanctissimi Sacramenti in Ecclesia Sancti Gilberti huius Terra”, lasciando precise disposizioni affinché l’eredità sia investita per favorire un nuovo sacerdote in famiglia, con l’usufrutto dei beni a quattro nipoti (e morti anche questi) da trasferirsi a favore di sei chiese del paese, fra cui appunto anche San Gilberto, fintanto che non appaia un nuovo sacerdote di casa Reali.
La struttura risente del forte sisma del gennaio 1703, che apporta gravi danni. Nel 1712 il vescovo Lascaris la descrive come un modesto edificio con due porte e un solo altare di pertinenza della Confraternita o Compagnia del Sacramento. Una successiva citazione si ha nel 1611, nel resoconto della visita del cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII (1568-1644, papa dal 1623), il quale annota: “V’erano a Monteleone due confraternite spesso in lite per ragioni di precedenza nelle processioni: quella del Sacramento e quella della Misericordia”.
La struttura odierna, rinnovata nel XVIII-XIX secolo, è più imponente e ha tre altari. La facciata è divisa in due sezioni verticali, attraversate da lesene, e reca un frontone terminale; i vari campi sono riempiti da oculi ciechi e nicchie. Il portale a battenti lignei è anch’esso sormontato da un timpano, contenente un agnello crucifero a rilievo, da ritenersi uno dei pochi lacerti superstiti della struttura tardomedievale. La chiesa è adornata da un campanile a vela con due aperture ad arco, mentre l’interno è di uno stile magniloquente, con stucchi e decorazioni marmoree dedicate al culto eucaristico. Dello stesso tenore è l’iscrizione a lettere dorate che corre lungo la trabeazione dell’edificio, la cui sezione principale, dipinta in corrispondenza dell’altare centrale, recita: “AGNUS DEI QUI TOLLIT PECCATA (MUNDI)” (Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del Mondo, da Gv 1, 29). L’organo settecentesco in controfacciata sulla cantoria è attribuito ad un membro della famiglia marchigiana dei Fedeli, i cui mastri organari risultano documentati tra la fine del Seicento e i principi del Novecento.
Nel 1977 il crollo della copertura richiede urgenti lavori di restauro. La struttura, aggravata dal successivo terremoto del 19 settembre 1979, è oggetto di nuovi interventi conservativi. Per un breve periodo (fra il 1987 e il 1988) il complesso è sede espositiva del primo allestimento della copia della biga, realizzata in occasione dell’“Anno degli Etruschi” del 1985. La Chiesa di San Gilberto, di proprietà della Diocesi di Spoleto, è costantemente oggetto di opere di manutenzione (ultimo il rifacimento dell’intonaco e la coloritura del prospetto principale), ma raramente aperta al pubblico.