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Chiese

Chiesa di San Bernardino da Siena

Tipologia: chiesa urbana
Cronologia: XV-XVIII secolo
La Chiesa di San Bernardino, attualmente sconsacrata e in disuso, non compare nei documenti della visita pastorale del Card. Eroli (1465), ma è già descritta in rovina dal Vescovo Lascaris (1712). La facciata conserva un portale tre-quattrocentesco, con arco ogivale e croce patente fitta a rilievo.
La Chiesa di San Bernardino di Monteleone di Spoleto, in origine conosciuta con una doppia intitolazione ai Santi Bernardino e Anna, non compare nei documenti della visita pastorale del Cardinale Eroli (1465), ma è già descritta in rovina dal Vescovo Lascaris nel 1712.
Di pertinenza del Convento di San Francesco, nel 1660 viene parzialmente ceduta alla parrocchia di San Nicola a uso di cimitero. Molto diffuso in contesto cimiteriale e legato a San Bernardino è il noto trigramma coronato “IHS”, a graffito dipinto sulla facciata di un edificio antistante l’antico oratorio e databile al XVII-XVIII secolo.
La facciata della Chiesa conserva il portale d’ingresso tre-quattrocentesco ad arco ogivale, composto da pietre squadrate e levigate. Nell’alta chiave di volta è raffigurata a rilievo una croce patente fitta (con braccio inferiore acuminato).
Con la soppressione dei beni ecclesiastici nel 1866, l’edificio viene incamerato dallo Stato e successivamente venduto a privati. È attualmente sconsacrato e in disuso.


Sotto la casa parrocchiale di San Nicola di Bari, al civico n. 2 di Via del Pago o di Pago, che ricorda nel toponimo il più antico aggregato urbano (dal latino pagus) nato intorno al primitivo castello dell’antica Brufa, è l’ingresso con portale ogivale in pietra pertinente all’antico Oratorio di San Bernardino da Siena, al secolo Bernardino degli Albizzeschi (Massa Marittima, 8 settembre 1380 - L’Aquila, 20 maggio 1444), canonizzato ed elevato agli onori dell’altare dal pontefice Nicolò V nel 1450.
La facciata presenta un ingresso composto da pietre squadrate e levigate, impilate a formare gli stipiti e due bassi capitelli con lieve motivo laterale, soprastati da un arco ad ogiva recante al centro un’alta chiave di volta, decorata a rilievo da una croce patente fitta (ovvero con braccio inferiore acuminato). Il portale può essere cronologicamente riferito al XIV-XV secolo.
La piccola chiesa non compare nella visita ufficiale fatta dal Cardinale Eroli nel 1465, a meno che non la si voglia identificare con quella posta sotto il titolo della Santa Croce, già cappellania di San Nicola, documentata nel XIV secolo. In origine il locale, conosciuto anche come Chiesa di San Bernardino o di Sant’Anna, era comunque dell’Ordine francescano, ma con atto del  15 marzo 1660, per mano del notaio monteleonese Francesco Peroni, i frati ne cedono la metà all’attigua parrocchia, a uso di sepoltura (cimitero), mantenendo l’ufficio e la celebrazione di due messe all’anno in corrispondenza della festività del titolare e di Sant’Anna. Nella visita fatta da Mons. Carlo Giacinto Lascaris, Vescovo di Spoleto, il 4 ottobre 1712 la Chiesa di San Bernardino, a causa delle pessime condizioni in cui è tenuta, viene sospesa e la tela dell’altare trasferita nella Chiesa di San Francesco. Nella relazione vescovile, tutt’altro che positiva, è infatti descritta come “molto oscura e piena di umidità” e maggiormente simile a una “spelonca”. Il Vescovo, informato della proprietà appartenente ai Frati conventuali, attestata anche da uno stemma francescano (non più esistente) posto sulla “serraglia della porta”, prende immediatamente contatto con il Padre Guardiano del convento per farvi trasferire i pochi beni mobili ancora presenti.
A San Bernardino è inoltre legato un antico emblema a graffito, dipinto sulla facciata di un edificio affacciante proprio di fronte all’antico oratorio e probabilmente databile al XVII-XVIII secolo. È composto dal noto trigramma coronato, con le iniziali “IHS”, sormontato da una croce, circondato da un sole a dodici raggi e accompagnato dai tre chiodi della Santa Croce. Il trigramma “IHS” è associato alla liturgia del ;Santissimo Nome di Gesù, ma è soprattutto diffuso, come in questo caso, in un contesto cimiteriale.
Con la soppressione dei beni ecclesiastici nel 1866, la Chiesa di San Bernardino viene incamerata dallo Stato, insieme agli altri beni conventuali, e successivamente venduta a privati e trasformata a uso di cantina. Attualmente il locale, di proprietà privata è sconsacrato e in disuso.