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Chiese

Chiesa della Madonna di Castelvecchio

Tipologia: chiesa rurale
Cronologia: XIII-XX secolo
Dalla Chiesa della Madonna di Castelvecchio proviene una scultura lignea risalente alla fondazione romanica (Madonna col Bambino di XIII secolo, conservata in San Francesco). Testimonianze delle trasformazioni posteriori si individuano, invece, nella struttura dell’edificio e negli arredi interni.
La Chiesa della Madonna di Castelvecchio (fraz. di Monteleone di Spoleto) nasce sui resti di un’antica cella monastica benedettina. Nei dintorni sono i ruderi di un vecchio centro abitato, al quale rimanda il toponimo.
Ben poco resta della fase romanica (la piccola abside è stata recentemente rasata, eliminando anche il locale contiguo, utilizzato dagli eremiti). I rinforzi operati sulla struttura mostrano il lato sinistro a scarpa e un contrafforte sul lato destro. All’interno è un soffitto con travetti in ferro che creano un particolare effetto ondulato. La pavimentazione impiega sia mattoni in cotto disposti a spina di pesce sia lastre in pietra. Tra gli arredi è degno di nota il settecentesco armadio ligneo a tempietto, decorato da delicati motivi ornamentali.
Da Castelvecchio proviene una pregevole scultura lignea della Madonna con il Bambino (XIII secolo), conservata nel Convento di San Francesco. Il gruppo, mancante delle braccia, ha purtroppo perduto gran parte della policromia.


La Chiesa della Madonna di Castelvecchio (fraz. di Monteleone di Spoleto) è posta su un’altura nella vallata di Nempe, in un contesto paesaggistico di particolare bellezza, e nasce sui resti di un’antica cella monastica benedettina. I ruderi circostanti, ancora parzialmente visibili, e la conformazione altimetrica del suolo testimoniano, invece, la presenza di un vecchio centro abitato, cui rimanda anche il medesimo toponimo.
Sebbene un manoscritto del 1393 la indichi quale “Chiesa di Santa Maria”, il vescovo Lascaris nel 1712 ne specifica invece il titolo di Santissima Annunziata, subordinata alla Chiesa di San Giovanni Battista, sita nel borgo cittadino.
Ben poco resta della fase più antica dell’edificio a pianta rettangolare, la cui piccola abside romanica è stata, purtroppo, recentemente rasata, eliminando anche il locale utilizzato dagli eremiti. Il lato sinistro della muratura è a scarpa, per un rinforzo operato evidentemente a seguito di cedimenti strutturali; per il medesimo motivo, sul fondo del lato destro è presente un altro contrafforte. Il tetto a doppio spiovente, con piccolo campanile a vela, presenta internamente alcuni travetti in ferro, disposti longitudinalmente, che, rivestiti, creano un particolare effetto ondulato. La pavimentazione è costituita sia da mattoni in cotto disposti a spina di pesce sia da lastre in pietra. Tra gli arredi è degno di nota il settecentesco armadio ligneo murale, a forma di tempietto e decorato da delicati motivi ornamentali, che custodisce una moderna statua della Vergine con il Bambino.
Nella raccolta di arte sacra assemblata nella sagrestia della chiesa conventuale di San Francesco di Monteleone è conservata una più antica scultura lignea policroma della Madonna con il Bambino, proveniente dalla chiesa di Castelvecchio e datata al XIII secolo. La Vergine è assisa in trono, mentre il Bambino è in posizione stante sul grembo della madre. Il gruppo, perdute le braccia e gran parte della policromia (emerge, infatti, in alcuni punti la preparazione della pellicola pittorica o addirittura il legno), ha forme innaturalmente allungate e squadrate, panneggi rigidi e piatti. Siamo ancora lontani dal naturalismo gotico affermatosi alla fine del Duecento e soprattutto nel secolo successivo, eppure il sorriso cui è piegato il volto del Bambino supera il carattere di ieratica fissità cui sono ancora improntate le sculture degli inizi del XIII secolo.