Monteleone: tra Rito & Mito

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Chiese

Chiesa di Santa Lucia

Tipologia: cappella rurale
Cronologia: XVII secolo (1629-31)
La Chiesa di Santa Lucia, con a monte l’omonima fontana dalle acque di proprietà terapeutiche, è eretta nel 1629-31 dai De Rubeis. Sull’architrave e sullo stipite sinistro ha rilievi e iscrizioni. La pala d’altare è stata spostata nel convento francescano di Monteleone a seguito di un tentato furto.
La Chiesa di Santa Lucia (festività 13 dicembre) sorge vicino alla gola delle ferriere, presso un antico incrocio viario. Poco a monte è l’omonima fontana con acqua di proprietà terapeutiche. Eretta nel 1629-1631 dalla famiglia monteleonese De Rubeis o De Rossi, risulta già in rovina nella visita del vescovo Lascaris (1712). L’edificio ha sull’architrave il rilievo di una croce su tre monti, contenenti le iniziali del cofondatore (“D. D. R.” di Domenicus De Rubeis), e al di sotto “1631”. Sullo stipite sinistro, forse di riutilizzo, sono scolpite uno stemma tondo con croce patente e un simbolo solare.
Nella parte alta del prospetto era lo stemma dei committenti (un cavallino e una testa di moro), sparito in un recente furto. La pala d’altare seicentesca, con i Santi Lucia, Apollonia e Cristina, è stata ricoverata nel Convento francescano di Monteleone di Spoleto a seguito di un tentativo di furto. Presso Santa Lucia, il 18 febbraio 1799 si accampano soldati francesi, che esigono vettovaglie e fucilano tre giovani monteleonesi.

All’estremità del piano di Ruscio, vicino alla gola delle ferriere, in corrispondenza dell’antico tracciato viario per Cascia e al disotto del piano stradale dell’odierna via provinciale, è la Chiesa di Santa Lucia, la cui struttura è iniziata intorno al 1629 per volere di Andrea De Rossi (o De Rubeis) e terminata nel 1631 dal vicario foraneo D. Domenico De Rubeis (o De Rossi), su un fondo di loro proprietà e in corrispondenza di un antico incrocio viario, tagliato dalla viabilità moderna. Nei pressi, poco a monte, è ubicata l’omonima fontana con un’acqua minerale ritenuta di proprietà terapeutiche.
Nella visita del Vescovo Lascaris del 1712 è brevemente descritta come “posta ai piedi della discesa di Monteleone verso il piano presso l’origine del Tissino. Reca dipinta su tela l’immagine della titolare. Fu dotata senza alcun legato di un appezzamento di terra da Domenico Rossi. Ormai è diruta e aperta”.
Di modeste dimensioni, presenta una semplice facciata intonacata con una finestrella, un piccolo oculo superiore e un campaniletto a vela. L’ingresso in pietra è formato da elementi litici, fra cui un architrave, a forma di frontone, sul quale è centralmente scolpita una croce latina a bracci strombati posta su tre monti, nei quali sono incise le iniziali del cofondatore “D. D. R.” (Domenicus De Rubeis); al di sotto è la data di consacrazione (1631). Sullo stipite sinistro, forse di riutilizzo, sono scolpite una croce patente entro uno stemma tondo e un simbolo solare, leggibile anche come monogramma a croce con le iniziali di Cristo (“I” di Jesus e la forma “X” come consonante aspirata del “ch” di Christus). Nella parte alta del prospetto, là dove è oggi visibile una vistosa cavità, era murato fino a pochi anni addietro lo stemma in pietra della famiglia monteleonese dei De Rubeis, raffigurante un cavallino e una testa di moro divisi da una banda, sparito in un recente furto. Il piccolo ambiente presenta all’interno un pavimento moderno in mattoni e un semplice altare, presso il quale era collocata una tela a olio seicentesca, raffigurante i Santi Lucia, Apollonia e Cristina. La pala d’altare è stata ricoverata presso il Convento di San Francesco di Monteleone dopo un maldestro tentativo di asporto da parte di ignoti, che ha danneggiato il supporto pittorico. Presso questo luogo, posto ai piedi del paese e su uno degli accessi più importanti, nella notte del 18 febbraio 1799 si accampa un drappello di truppe francesi, proveniente da Norcia e diretto ad Arrone, che esige vettovaglie e fucila tre giovani monteleonesi, rei di aver opposto resistenza e segnalato il suo arrivo alla popolazione con degli spari.
Oggi la chiesetta campestre non conserva particolari memorie storiche ed è aperta al culto solo in occasione della festività religiosa della Santa titolare, che cade il 13 dicembre.