Fiera di San Felice-Mostra Mercato del Bestiame e dei Cereali 14-15-16 Luglio 2017
Rievocazione della grande Fiera della transumanza- Stand di prodotti tipici , tradizionali Igp e Dop
dai ricordi di Flammini Gianfranco
I personaggi e i mestieri che ruotavano intorno alla Fiera di San Felice a Monteleone.
Molti di essi non ci sono più, ma hanno lasciato un segno nella storia di questo borgo. Tenete conto il contesto di questa Fiera, che era prima di tutto una vetrina per il bestiame.. Ogni paese, ogni frazione custodiva, cresceva, si sviluppava intorno agli animali: la vera economia era il mondo della pastorizia, dell’agricoltura, del legnatico, del carbone… Prima, però, devo riportare il famoso detto che li introduce: Prima, però, devo riportare il famoso detto che li introduce: Se vai a Monteleone e non rimani fregato…. O Tripetta dorme o Zazzà non si è alzato! Non vi allarmate, queste parole non vanno prese come giudizio negativo, ma intendono ricordare due importanti personaggi che hanno ‘dominato’ la scena a Monteleone, dal dopo guerra in poi. Gilberto Iachetti, detto Zazzà, commerciante in lane di pecora (le tante pecore che brucavano su queste montagne)…ma anche in mobili antichi in noce, vecchie attrezzature casalinghe, originali; Trippetta, il cui vero nome era Antonio Durastanti, alto, frusta di grugnale, cappellacio nero in testa ( almeno così me lo ricordo), sensale doc, maestro nella contrattazione, vendita di ogni genere d’animali come pecore, asini, muli, mucche. Trippetta sollevava il labbro dell’animale, dava un rapido sguardo alla dentature, emetteva il verdetto, formulandone il prezzo, qualche volta cercando di favorire l’acquirente, a volte colui che vendeva. La sua parola era sacra, non passibile di contestazione. Ad essi dobbiamo aggiungere altri personaggi come Salamandra Paolo, tarchiatello. rosciotto, amministratore dei tanti beni dei Peroni, Ottavio Carmignani, con la sua bottega di generi alimentari al termine del corso, posto all’angolo. Fu anche sindaco. I Carmignani con Gigetto, i Tedeschi Mario con il suo mobilificio a Ruscio, I fratelli Vannozzi con un altro mobilificio, concorrenziale, e Vannozzi Duilio, anche lui con un esercizio commerciale lungo il Corso. Di questo signore si conserva ancora il libretto dei conti! Che succedeva? Molte famiglie durante il lungo periodo invernale avevano gli uomini nelle Maremme dietro a pecore e capre e le donne, che rimanevano, acquistavano quanto era necessario per la famiglia, e, non avendo disponibilità di moneta liquida, facevano segnare sul quaderno. Al ritorno dei mariti o dei figli venivano tirate le somme e si saldava il conto…quando andava tutto bene! Ma c’erano anche famiglie che si contraddistinguevano per la prolificità come i Rosati, i Reali…Famiglie numerose, con una grande forza in casa: i figli! Molte le attività, ora in fase calante…come i mulari per riportare la legna, muratori, i fabbro-ferrai, i maniscalchi, carbonai…. La Banda di Monteleone, che rallegrava le feste di paese.Cognomi importanti che si sono fatti strada fuori, nella capitale come i Romano, i Ciampini, e non si può trascurare la grande comunità di Monteleonesi a Trenton… Naturalmente ho dimenticato più di qualcuno, come gli Angelini, come i Bella, non essendo di Monteleone…Sarei contento, se qualcuno se qualcuno leggendo questo testo, lo completasse con un proprio apporto. Come pure mi piacerebbe sapere, perché i Pogghiani definivano i Monteleonesi… Cucchi! Ermino ricordando quando con noi venne alla Fiera di san Felice, Mafaldina, una bambina, semplice, buona con le sue treccette, avevamo sì e no dodici-tredici anni… In mezzo a tanti animali, vide un asino e corse dal papà per dirgli meravigliata…”Papà, ho visto un asino con cinque gambe!”. Tutti scoppiammo a ridere e il papà la prese da parte e con garbo cercò di spiegarle che quello centrale non era una gamba …ma l’ organo di riproduzione dell’animale, particolarmente pronunciato…..
dai ricordi di Flammini Gianfranco
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